L'Ilva deve avviare lo spegnimento degli impianti dichiarati fuori legge entro giovedì 11 ottobre. Sabato sera la Procura della Repubblica di Taranto ha lanciato un ultimatum all'azienda con il quale fornisce una precisa tempistica per ottemperare a quanto indicato nella precedente direttiva: le operazioni dovrebbero comprendere lo spegnimento degli altiforni 1 e 5, la dismissione e la bonifica dell'altoforno 3, il fermo di sette batterie del reparto Cokeria e interventi nel reparto acciaieria.
In una intervista rilasciata a 'La Repubblica' il Procuratore, Franco Sebastio, ha dichiarato: "L'azienda ora ci deve dire se sta dentro o fuori: il quarto custode, che è l'amministratore dell'Ilva, vuole mettere a disposizione persone e fondi per cominciare il percorso indicato dal tribunale? In cinque giorni noi vogliamo una banale risposta a questa domanda". Sebastio continua: "Come magistrati mi pare di aver dimostrato in tutto questo tempo tanto buon senso e pazienza. Ma il nostro compito è quello di far rispettare e applicare le leggi. Dobbiamo cominciare le operazioni per interrompere l'inquinamento dello stabilimento siderurgico e fermare la produzione, cercando di non pregiudicare una ripresa futura degli impianti".
Nessun commento ufficiale da parte dell'Ilva, mentre il Ministro Clini ha annunciato che lo spegnimento dell'Ilva in 5 giorni "è impossibile perché si tratta di un impianto molto complesso. Infatti - sottolinea Clini - la Procura chiede l'avvio dei processi".
"Non sono sorpreso - prosegue il Ministro - dalla decisione della Procura, era stata già presa. Ma dal momento che ci sarà la nuova Aia, la Procura dovrà verificare se le condizioni dell'Aia soddisfano i requisiti di sicurezza che la Procura stessa ha stabilito. Mi auguro ci sia convergenza". "Io ho fiducia nella legge che - ha ribadito - prevede che l'Aia sia la via per consentire a Ilva di continuare a produrre rispettando la salute e l'ambiente".
Infatti, come riferito da SteelOrbis, attorno alla metà di ottobre verrà consegnata all'Ilva la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale che è stata approntata a tempo di record dai tecnici incaricati dal Ministeo dell'Ambiente. Proprio allora potrebbe aprirsi uno spiraglio per garantire l'attività produttiva del complesso siderurgico tarantino.