Otto milioni di tonnellate: questo il limite massimo di produzione annua stabilito dalla nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l'Ilva di Taranto secondo quanto comunicato da 'Il Corriere del Mezzogiorno'. Si tratta di una netta riduzione rispetto alla massima capacità produttiva degli impianti siderurgici dell'azienda e quasi della metà rispetto ai limiti fissati dalla vecchia Aia. Come riportato da SteelOrbis, il 9 ottobre è stato convocato il gruppo istruttore incaricato di ritoccare la versione dell'autorizzazione prodotta dai tecnici del Ministero dell'Ambiente e verificare la conformità con le Best Available Technologies europee nonché con le leggi regionali.
Per i parchi primari si profila l'obbligo di copertura entro il primo trimestre 2016 e, nel frattempo, la riduzione dell'altezza al 50% contro il 19% proposto dall'azienda. Per le aree di stoccaggio coke, omo e nord la copertura dovrà essere realizzata contestualmente al rilascio dell'Aia. Il provvedimento impone la dismissione dell'altoforno n°3, comunque fermo da tempo, e da subito nega espressamente sia l'utilizzo che la detenzione di pet-coke e catrame da cokeria. Prevede inoltre che entro due anni l'azienda passi allo spegnimento del coke con il sistema 'dry quencing', procedimento che oggi avviene con l'utilizzo di acqua.
Intanto, l'azienda - sempre secondo quanto riferisce Il Corriere del Mezzogiorno - ha aggiornato il cronoprogramma degli interventi: l'ultima versione differisce notevolmente da quella presentata il 18 settembre e 'bocciata' dai magistrati. Si tratta di un programma molto più vicino alle probabili richieste della nuova Aia: prevede anche la fermata dell'altoforno n°5 oltre che del n°1 (che dovrebbe essere pronto per lo spegnimento già a dicembre), nonché gli adeguamenti degli altiforni n°2 e n°4, anticipando i lavori di otto mesi. L'ultima roadmap, inoltre, integra gli interventi previsti sulle batterie di forni a coke n°5 e 6 con analoghi lavori alle n°3,4,7,8,9,10,11,12 (che prima non erano previsti) ed anticipa di due mesi la conclusione degli adeguamenti sull'agglomerato D. Ancora nulla, invece, per quanto riguarda il reparto acciaieria n°2, area espressamente indicata dai custodi giudiziali e dall'Aia.