A meno di un mese dal termine per la presentazione delle offerte vincolanti e del piano industriale per l'acquisizione dell'Ilva di Taranto e delle sue sette aziende controllate, si stanno iniziando a delineare i fronti in campo. Le indiscrezioni confermano che da un lato ci sarà il colosso franco-indiano ArcelorMittal insieme al gruppo mantovano Marcegaglia, dall'altro il gruppo cremonese Arvedi con i turchi di Erdemir. In entrambi i casi Cassa Depositi e Prestiti giocherebbe il ruolo sia di garante politico che di investitore finanziario.
I vertici di ArcelorMittal, a quanto si è appreso, hanno avuto nei giorni scorsi un incontro con i vertici della Cdp per informarla di aver deciso di rinnovare la disponibilità a investire sull'Ilva e per chiarire che andranno avanti solo se Cdp sarà disponibile ad affiancarli in una cordata a tre. Se Cdp accetterà di puntare su questo progetto, e sarà quindi della partita con una partecipazione, la quota restante della cordata - secondo indescrizioni - verrà poi divisa nella proporzione dell'85% per ArcelorMittal e del 15% per Marcegaglia. Secondo un'altra versione, sempre di ambiente finanziario, la Cdp avrebbe incontrato i vertici di ArcelorMittal, ma non avrebbe ricevuto nessuna "conditio sine qua non" da parte della cordata Arcelor-Marcegaglia.
Cassa Depositi Prestiti potrebbe non essere l'unico arbitro della partita in corso. A sorpresa, vi si è inserito anche Leonardo Del Vecchio, fondatore del gruppo Luxottica. Secondo quanto riportato da fonti di stampa, l'imprenditore milanese sarebbe disponibile "a partecipare finanziariamente al salvataggio dell'Ilva con la volontà di aiutare il paese e la Puglia, regione alla quale è legato affettivamente". Venerdì scorso aveva sottolineato che perché lui possa andare avanti "serve una grande azienda che sa produrre acciaio"; parole che erano state interpretate come un possibile passo indietro ma che oggi vengono smentite dalla disponibilità ad un impegno finanziario. Nessuna indicazione riguardo al gruppo siderurgico intorno al quale potrebbe concretizzarsi il piano industriale, se non quella che per Del Vecchio "la nazionalità non è importante".