Ilva: Strasburgo apre un processo contro lo Stato italiano

mercoledì, 18 maggio 2016 12:22:53 (GMT+3)   |   Brescia
       

Lo Stato italiano è formalmente sotto processo di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo con l'accusa di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dagli effetti negativi delle emissioni dell'Ilva. La Corte di Strasburgo ha ritenuto sufficientemente solide, in via preliminare, le prove presentate, e ha dunque aperto il procedimento contro lo Stato italiano.

La comunicazione, resa nota ieri, è del 27 aprile e invita l'Italia a predisporre la difesa. Nel dettaglio l'organismo di Strasburgo ha accolto e accorpato le due diverse denunce presentate rispettivamente il 29 luglio 2013 e il 21 ottobre 2015, di cui sono primi firmatari Francesco Cordella e Lina Ambrogi Melle.

La decisione di comunicare i ricorsi al governo significa, con ogni probabilità, che le prove presentate dai ricorrenti contro l'operato dello Stato sono molto forti visto che solo l'anno scorso i giudici di Strasburgo hanno dichiarato inammissibile il ricorso di una donna che sosteneva l'esistenza di un nesso tra la sua malattia e le emissioni dell'Ilva. Il ricorso denuncia la violazione, da parte dello Stato italiano, degli obblighi di protezione della vita e della salute in relazione all'inquinamento prodotto dall'Ilva. Nel ricorso si prefigurano anche la violazione del diritto alla vita e all'integrità psico-fisica compiute dalle autorità che non hanno predisposto un quadro normativo e amministrativo idoneo a prevenire gli effetti dannosi derivanti dall'inquinamento prodotto dall'Ilva. Contestata infine la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, anche in conseguenza dei decreti "salva Ilva" con i quali il Governo ha mantenuto in funzione l'impianto.

La notizia arriva nel giorno in cui a Taranto era in calendario il processo "ambiente svenduto". Dopo il replay di parte dell'udienza preliminare a causa di un vizio procedurale, il processo è stato aggiornato al 14 giugno prossimo per un difetto di notifica come ha deciso la Corte di Assise di Taranto, presieduta dal giudice Michele Petrangelo, dopo una camera di consiglio di oltre tre ore. Per il maxi-processo sono 44 le persone fisiche e 3 le società (Ilva spa, Riva Fire, la holding del gruppo, e Riva Forni Elettrici) alla sbarra.

Intanto, il gruppo Marcegaglia e il gruppo Arcelor-Mittal hanno comunicato ufficialmente la volontà di presentare un'offerta insieme per l'acquisizione dell'Ilva. Secondo fonti vicine all'operazione, i due concorrenti hanno formalmente manifestato ai commissari la volontà di costituire una joint venture per presentare un'offerta. La cordata che avrebbe come capofila Arcelor potrebbe accogliere anche altri soci e nel contempo, secondo quanto si apprende, i due gruppi sono anche pronti a partecipare da soli. Proseguono inoltre in maniera serrata i contatti tra il gruppo Arvedi e i turchi di Erdemir per chiudere il loro accordo di partnership in vista di un'offerta per l'acquisto. Come riportato precedentemente, a questa seconda cordata potrebbe partecipare anche Leonardo Del Vecchio attraverso la sua holding Delphin.


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