Ilva: Arvedi punta alla creazione di una grande società

mercoledì, 22 giugno 2016 13:07:15 (GMT+3)   |   Brescia
       

"Il nostro pensiero di politica industriale mira a far sì che gli stabilimenti di Taranto, Cornigliano e Novi e di Cremona e di Trieste si uniscano insieme in una società davvero competitiva, che potrebbe anche essere quotata in borsa, e che potrebbe rappresentare una spina dorsale forte e strategica per l'Italia per la produzione di prodotti piani nella grande sfida della globalizzazione". Così Giovanni Arvedi, presidente del gruppo cremonese, in audizione in commissione Industria al Senato. La società immaginata dal Cavalier Arvedi è un colosso "capace di produrre 12 milioni di tonnellate di acciaio" con "un fatturato tra i 7 e gli 8 miliardi di euro". L'Ilva, ha aggiunto, "strutturalmente ha degli impianti importanti che si completano con Cornigliano e Novi; insieme alle nostre acciaierie di Trieste e Cremona si consoliderebbe questa ottimizzazione dei prodotti".
Arvedi ha spiegato che, prima di affrontare il tema del rinnovo del processo industriale, a Taranto dovrà esserci una "prima fase di recupero, il più veloce possibile, della situazione attuale, nella quale bisogna ridare fiducia alla città e certezze sia alle istituzioni locali che ai lavoratori. "A Taranto bisogna risolvere il problema ambientale. Se non si risolve il problema ambientale a Taranto non si va a produrre" ha precisato.

Più nei dettagli, il progetto di Arvedi "prevede una produzione ibrida, mantenendo fissa la produzione integrale e l'attivazione dell'AFO 5 introducendo come riducente il gas. Ma il prezzo del gas - ha detto il Cavaliere - dovrebbe scendere al livello di quello americano, cioè a 10 centesimi di euro; ora è a venti". Secondo Arvedi nei prossimi anni anche grazie all'arrivo del gasdotto (Tap) in Puglia, il Mediterraneo potrà godere di gas a prezzi competitivi. Parlando ancora dell'AFO 5 (l'altoforno più grande d'Europa), Arvedi ha sottolineato che "l'altoforno 5 fa la differenza, è discriminate, non si può non accenderlo".

"Noi andiamo avanti anche senza Erdemir", ha inoltre dichiarato Giovanni Arvedi a margine dell'audizione in Senato, parlando con i giornalisti. Arvedi ha ricordato, sia in audizione sia ai giornalisti, che era stata "firmata la governance" e che "l'impegno era che il Consiglio" di Erdermir "avrebbe dato a settembre la sua risposta. Ieri sera è stato chiesto al Consiglio di pronunciarsi" ha aggiunto. "Ora vediamo cosa succede". Ad ogni modo, ha detto il presidente, "non è un dramma perché l'Italia è in grado di far fronte ai suoi impegni". Nel frattempo è saltata in Commissione l'audizione di Erdemir prevista per oggi pomeriggio.
Parlando poi di una possibile cordata italiana, il Cavaliere ha detto: "Non c'è più spazio per guerre fra poveri ma c'è spazio per accordi intelligenti per un futuro migliore". Arvedi ha infine 'smentito' le voci di un antagonismo tra Arvedi a Marcegaglia: "Sono nostri clienti. Siamo entrambi sul mercato da 30 anni, insieme, in eccellenti rapporti".


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