Gozzi: "Necessario accelerare il ritorno dell'Ilva nelle mani di imprenditori esperti"

martedì, 27 settembre 2016 16:22:45 (GMT+3)   |   Brescia
       

"Come Federacciai abbiamo cercato di portare all'attenzione del Paese che l'Ilva di Taranto è un'industria strategica, uno degli stabilimenti più belli del mondo per potenzialità. A valle ci sono filiere come quella della meccanica che costituiscono un'eccellenza italiana. Se la meccanica perdesse Taranto, perderebbe la sua forza". Lo ha affermato il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, intervenendo ieri all'assemblea di Confindustria Taranto. "In una siderurgia che si concentra - ha proseguito - Taranto per dimensioni ed economie di scala, e per i vantaggi che offre, è ancora capace di produrre prodotti di qualità. Occorre però la forza finanziaria per fare manutenzioni tutti gli anni. Taranto con la gestione privata ha avuto 350 milioni di euro di spesa per le manutenzioni e sotto questo livello non si può andare. Occorre poi un management adeguato".
"Ho difeso i Riva sempre, hanno fatto il loro dovere, ma hanno avuto anche una grave carenza di comunicazione: i processi industriali, specie se complessi, vanno spiegati, altrimenti abbiamo cortocircuiti come sono accaduti qui. Abbiamo contestato la gestione commissariale non in quanto persone, ma perche si sono forzati i diritti di proprietà, e questo lede la credibilità del paese, e perché si è perso troppo tempo e denaro. Ora è necessario che l'Ilva torni in mano ai privati, privati che rispettino le regole europee. Bisogna accelerare il suo ritorno nelle mani di imprenditori esperti, capaci di investire in essa e di gestirla. Bisogna fare presto, perché la competizione non sta ferma. Il rilancio dell'Ilva di Taranto sarà una sfida di enorme portata. Le regole ambientali sono europee, però a Taranto si deve fare né di più, né di meno da quello che si fa in tutta Europa". Gozzi ha citato l'esempio di Linz, città siderurgica austriaca "in cui per 25 anni sono state investite risorse per trasformare un impianto in quella che io chiamo una Disneyland del'acciaio". "Ma è un caso limite" ha precisato Gozzi replicando a un intervento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha parlato dei dati epidemiologici per la città di Taranto definiti allarmanti e ha riproposto l'idea della decarbonizzazione. "Se non ci sono imprenditori che si avvicinano a quella ipotesi bisogna guardarsi chiaramente negli occhi. Ci sono due possibilità: che l'Europa consenta all'Italia con tutte le difficoltà di bilancio pubblico di fare un'altra Disneyland e concentrare risorse pesanti su questo stabilimento o, se questa autorizzazione non arriva, allora si chiude. Non c'è una terza via". "Non conosco - ha proseguito - i dati epidemiologici, che sicuramente meriterebbero un contraddittorio che credo ci sarà. Faccio solo una considerazione generale: ci sono altre undici realtà in Europa che producono acciaio come nell'Ilva di Taranto. Non credo che tedeschi, inglesi, olandesi, belgi, francesi e spagnoli siano meno attenti alla salute dei loro concittadini".


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