Secondo un report pubblicato da Global Insight, società di ricerca economico/finanziaria, il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone certamente provocheranno uno stallo nella crescita economica della nazione, e potrebbero riflettersi anche in altri stati partner commerciali.
Alcuni esperti ritengono che il Giappone potrebbe riprendersi molto velocemente. Credit Suisse, ad esempio, ha ricordato la capacità della nazione nel ripartire dopo il terremoto di Kobe del 1995. Dopo quella tragedia, le consegne della siderurgia giapponese sono erano calate del 5-10% da gennaio a febbraio. Tuttavia, già nel mese di marzo si era verificato un rimbalzo al quale era seguito il ritorno alla normalità nel prosieguo dell'anno.
Secondo il report, le acciaierie giapponesi, una volta pienamente ripresa la produzione, inizieranno ad immagazzinare per prepararsi alle necessita derivanti dalla ricostruzione. Si potrebbe anche verificare un aumento dell'export dal Giappone nei mesi a venire, in quanto i produttori aspetteranno l'inizio del processo ricostruttivo.
Normalmente il Giappone non è un grande importatore di acciaio. Sempre secondo il report, però, a causa del sisma e del fatto che alcune acciaierie locali avranno bisogno di qualche tempo per tornare operative, si potrebbe verificare un temporaneo aumento dell'import. Nel medio termine, i produttori siderurgici dovranno sfruttare il più possibile le capacità produttive per servire la rinnovata domanda locale ma, fino ad allora, le acciaierie degli altri paesi in grado di produrre acciai di qualità (come la Cina) potrebbero cercare di accaparrarsi di quote del mercato giapponese, sfruttando la temporanea debolezza del comparto siderurgico locale. I produttori cinesi dovranno anche fare i conti con i rigidi standard qualitativi giapponesi, il che potrebbe essere un ostacolo non indifferente.