Federacciai: i dati sulla produzione siderurgica e le considerazioni del Presidente Gozzi

mercoledì, 30 gennaio 2013 16:33:58 (GMT+3)   |   Brescia
       

Si riportano i dati diffusi da Federacciai in occasione della conferenza stampa tenutasi a Milano il 29 gennaio, con le considerazioni del Presidente Antonio Gozzi sulla situazione attuale e futura della siderurgia italiana e sul caso Ilva di Taranto.

L'economia italiana

La contrazione dei consumi privati continua a influenzare negativamente l'andamento dell'intera economia frenando la produzione e determinando forti implicazioni depressive anche sulla propensione a investire. La caduta tendenziale dei consumi pari al 4,8% registrata nel terzo trimestre del 2012 e le non buone prospettive per l'anno in corso contribuiscono a formulare scenari di ulteriore contrazione dell'economia nell'anno in corso.
Gli investimenti fissi lordi nel terzo trimestre 2012 hanno fatto registrare una caduta tendenziale pari al 9,8% con quelli in macchinari e attrezzature dell'11,8%, quelli in mezzi di trasporto del 18,5% e quelli in costruzioni del 6,7%.

Il prodotto interno lordo nel terzo trimestre del 2012 ha subito una variazione negativa pari al 2,4%. L'ulteriore contrazione prevista nell'intero 2013 (-1,1% Confindustria e -0,7% la media delle previsioni disponibili) farebbe registrare la quarta caduta del PIL negli ultimi sei anni.
Una tale riduzione annua potrebbe però essere compatibile con un inizio di ripresa verso la fine dell'anno in corso. Per questo sarebbe necessario un miglioramento della domanda interna (aiutata anche da attenuati effetti depressivi di finanza pubblica) e un sostegno da parte di quella estera.

La produzione industriale

La produzione industriale, principale e più immediato indicatore dell'andamento dell'economia reale, in ottobre (ultimo aggiornamento ISTAT disponibile) era ancora inferiore di quella di inizio 2008 di circa il 25%. Nel solo mese di novembre l'indice grezzo della produzione industriale corretto per il numero dei giorni lavorativi era inferiore del 7,6% a quello di un anno prima, mentre quello destagionalizzato era inferiore dell'1% rispetto al mese precedente. Gli indicatori anticipatori a disposizione indicano ulteriori contrazioni e, secondo le previsioni di consenso, nel 2013 è attesa un'ulteriore riduzione fra l'1,5% e il 2%. La produzione media del 2012 può essere stimata in flessione del 6,2% rispetto all'anno precedente e vicina al minimo del 2009.

L'attività dei principali settori dell'industria manifatturiera che utilizzano prodotti siderurgici, misurata da un indice ponderato di attività di questi settori, nei primi nove mesi del 2012 è stata ancora sensibilmente inferiore a quella di un anno prima. L'andamento medio delle variazioni tendenziali (variazioni medie trimestrali rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente), sembrerebbe, tuttavia, indicare un'attenuazione del ritmo di contrazione.

Il settore delle costruzioni continua a segnare una marcata debolezza dopo il lungo periodo di caduta. Nei primi nove mesi del 2012 è stata registrata una flessione dell'attività del settore pari al 6,5%. Secondo alcune stime, la contrazione dell'attività nell'intero 2012 dovrebbe essere pari al 7,6%, con un'ulteriore diminuzione (-3,8%) atteso nell'anno in corso. Secondo altre proiezioni la caduta sarebbe meno marcata ma tuttavia significativa.

La produzione siderurgica

La produzione mondiale di acciaio nel 2012 è stata pari a 1.548 M.t., lievemente superiore (+1,2%) rispetto a quella dell'anno precedente.
Il solo aumento produttivo rilevante nel periodo è stato rilevato nei paesi asiatici (+26,2 M.t., +2,7%) e, in particolare: Cina (+2,5 M.t., +3,1%), India (+3,1 M.t., +4,3%) e Sud Corea (+0,8 M.t., +1,2%), insieme a Nord America, dove la crescita produttiva del 2,5% è il risultato dell'aumento negli USA (+2,5%, a 88,6 M.t.) e in Canada (+,5,9%, a 13,7 M.t.).

Nei paesi dell'Unione Europea la produzione di acciaio è complessivamente diminuita del 4,6%, scendendo a 169,5 M.t. L'aumento dell'1,9% negli altri paesi europei è dovuto alla Turchia: +5,2%, a 35,9 M.t.

Il ciclo della produzione mondiale di acciaio da due anni circa fluttua su un livello poco più che stazionario, con un recente miglioramento dovuto alla crescita registrata a novembre e dicembre.
L'accelerazione del ciclo della produzione di acciaio in Cina è dovuto perlopiù ai sensibili aumenti osservati in ottobre (+6%), in novembre (+13,7%) e in dicembre (+7,7%).
Nei paesi dell'UE continua al fase di marcata debolezza della produzione siderurgica avviatasi già nella prima parte dello scorso anno.

Nel 2012 la produzione di acciaio nei paesi UE è diminuita ovunque con l'eccezione del Regno Unito (+2,9%) dove, tuttavia, come negli altri paesi, il ciclo evidenzia un andamento in contrazione. Fra i paesi maggiori produttori di acciaio, la Spagna ha fatto rilevare la contrazione più marcata che, con il -12,1%, ha portato la produzione a 13,6 M.t. In Francia la produzione (15,6 M.t.) è diminuita solo dell'1,1%, in Germania è scesa del 3,7%, a 42,7 M.t., mentre in Italia, con una contrazione pari al 5,2%, è stata pari a 27,2 M.t.

In Italia l'andamento della produzione di acciaio ha evidenziato una nuova fase ciclica in marcata flessione a partire da metà 2011 che non sembra ancora conclusa.
La produzione di acciaio effettivamente realizzata nel 2012 è stata pari a 27,2 M.t., in flessione del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

La produzione di laminati piani ha portato l'andamento ciclico a livelli pre-crisi con punte della produzione effettivamente realizzata anche superiori e un profilo ancora sostenuto nei mesi più recenti.
Nei primi 11 mesi del 2012 la produzione di laminati piani è stata pari a 13,6 M.t., superiore dell'1,2% a quella dello stesso periodo dell'anno precedente.

Nel caso dei prodotti lunghi non si è vista una ripresa sensibile rispetto ai livelli del ciclo pre-crisi, ma un'accentuazione della debolezza a partire dalla metà del 2011 e ancora in corso.
Nei primi 11 mesi del 2012 la produzione di laminati lunghi effettivamente realizzata è stata pari a 11 M.t., inferiore del 9,5% a quella dello stesso periodo del 2011.

Il consumo apparente (produzione + importazioni - esportazioni) di prodotti siderurgici in Italia, nel periodo gennaio-ottobre 2012, 20,5 M.t., è stato inferiore del 20,4% a quello dello stesso periodo dell'anno precedente.

"A fronte di ciò - ha dichiarato il Presidente Gozzi - le produzioni sono scese soltanto del 7-8%, il resto è stato orientato all'esportazione. Naturalmente le esportazioni vengono fatte a prezzi marginali, servono per mantenere impianti con regimi di attività decenti, tali da coprire in parte i costi fissi, ma la redditività ne soffre. Non si può vivere senza il mercato interno: questa è la ragione per cui i siderurgici hanno sostenuto con convinzione il piano di Confindustria relativo al rilancio della crescita e della domanda interna. Se questo paese non ritrova la via della crescita, difficilmente il settore potrà sopravvivere a lungo. Fortunatamente, prima dell'avvento della crisi, l'industria siderurgica ha vissuto anni molto buoni. I siderurgici non hanno distribuito dividendi, hanno rafforzato le proprie aziende dal punto di vista patrimoniale, hanno effettuato investimenti, sono stati previdenti. Per questo sono riusciti ad affrontare una crisi molto lunga che continuerà anche nel corso del 2013".

Il consumo di laminati piani, sempre nel periodo gennaio-ottobre 2012, è diminuito del 20,5%; quello di laminati lunghi del 17,3%. Fra i laminati piani la caduta del consumo apparente di coils è stata pari al 24,8%, quella di lamiere con rivestimento sintetico al 25,3%, di banda stagnata, nera e cromata al 17,4%, quella di lamiere zincate al 21,3%. Fra i laminati lunghi il tondo per cemento armato ha fatto registrare una caduta del consumo pari al 22,6%, i mercantili del 15,4%, la vergella del 16,5%, mentre il consumo di travi e materiale di armamento è diminuito del 13,4%. Il profilo ciclico del consumo apparente nei primi dieci mesi dell'anno in corso conferma una sensibile debolezza e si avvicina ai livelli minimi di inizio 2009, dopo la notevole flessione avviatasi nella seconda parte del 2011. Si evidenzia una relativa tenuta delle consegne totali dei produttori nazionali e una stabilizzazione delle importazioni su livelli relativamente contenuti; le esportazioni, anche se recentemente in lieve flessione, mantengono buoni livelli.

Come anzidetto, non vi è alcuna prospettiva significativamente positiva di svolta nel corso del 2013. "Si dice che occorrono razionalizzazioni - ha aggiunto Gozzi. Probabilmente è così, ma bisognerà trovare la via giusta per attuarle. La struttura del capitalismo siderurgico è di tipo familiare e questo costituisce un pregio rispetto al forte orientamento al risultato, la forte tenuta gestionale, la voglia di investire nelle proprie aziende; dal punto di vista delle razionalizzazioni, tuttavia, rappresenta oggettivamente un ostacolo alla razionalizzazione".

L'Ilva di Taranto

Riguardo alla questione Ilva, il Presidente di Federacciai ha voluto sottolineare come - dal suo punto di vista, ma non da quello dei magistrati di Taranto - vi sia "un'assoluta omogeneità tra la situazione dell'impianto tarantino e quella di altri impianti europei". Gozzi ha citato in particolare gli impianti di Dunquerke e Marsiglia Fos in Francia, Teesside e Port Talbot nel Regno Unito, Gent in Belgio, Ijmuiden in Olanda, Duisburg in Germania, le Asturie in Spagna. "Non capisco perché gli italiani, che hanno una filiera della trasformazione dell'acciaio molto più importante di quella francese, spagnola, inglese, debbano privarsi di un vantaggio competitivo". Fa eccezione Linz in Austria, che rappresenta un modello dal punto di vista dell'innovazione e del miglioramento ambientale. Per arrivare ai risultati raggiunti da Linz, tuttavia, "ci sono voluti vent'anni". Nella vicenda Ilva, secondo Gozzi, sono stati posti "obiettivi irraggiungibili" all'interno di "tempi iper compressi".


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