L'accordo sull'ex Ilva andrà "ai tempi supplementari" slittando di dieci giorni rispetto a quanto inizialmente previsto. Secondo fonti di stampa, infatti, la data decisiva per l'ingresso dello Stato nel siderurgico tarantino sarà l'11 dicembre. ArcelorMittal si impegnerà attraverso una lettera indirizzata a Invitalia e Ilva in A.S. a non recedere dal contratto di coinvestimento fino ad allora.
Intanto, per le 12 di oggi 30 novembre, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha convocato i segretari generali dei sindacati metalmeccanici (Fiom, Uilm, Fim, Uglm e Usb) per illustrare loro i punti principali dell'intesa. Entro i primi mesi del 2021 lo Stato, attraverso un aumento di capitale, tornerà a gestire il gruppo al 50% attraverso un investimento di 400 milioni di euro. Il CdA sarà di sei membri, tre in quota Invitalia che indicherà il presidente e tre di ArcelorMittal che nominerà l'amministratore delegato. Durante una seconda fase, la quota di partecipazione di Invitalia salirà al 60%: a giugno 2022 ci sarà un doppio aumento di capitale con altri 800 milioni che l'agenzia immetterà nel siderurgico.
«L'accordo finanziario che prevede l'ingresso per ora in quota paritaria e per il 2022 in quota maggioritaria dello Stato italiano è una base utile per dare continuità produttiva, mantenere impegnato il gruppo ArcelorMittal sulle strategie industriali – ha commentato il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia –. Ma non dimentichiamoci che siamo in questo momento nel peggiore anno di gestione del gruppo nella sua storia e per garantire l'occupazione non basteranno impegni generici».