Venerdì il Ministero del Commercio cinese ha consegnato al WTO un reclamo contro 22 dazi imposti dagli Stati Uniti a carico di prodotti cinesei, tra i quali svariati prodotti siderurgici e, più recentemente, pannelli solari: si parla di un giro d'affari di 7,3 miliardi di dollari. Nel comunicato stampa si legge: "La Cina si oppone fermamente all'abuso di misure che denotino un'eccessivo protezionismo commerciale".
Sempre nell'ultimo giorno della scorsa settimana, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha comunicato al Congresso degli Stati Uniti che "monitorerà da vicino l'andamento della valuta cinese, spingendo l'autorità monetaria locale a rafforzare la valuta fotemente svalutata". Ciononostante, il Dipartimento del Commercio non utilizza mai la parola "manipolazione monetaria".
Immediatamente dopo, il presidente e CEO dell'AISI Thomas J. Gibson ha emanato un comunicato stampa che contiene le seguenti parole: "L'AISI è delusa che il segretario del Dipartimento del Tesoro, Timothy F. Geithner, abbia ancora una volta perso l'occasione di denunciare la manipolazione monetaria in corso in Cina. Siamo lieti che l'amministrazione abbia notato il fatto che la Cina svaluta ampiamente la sua valuta, ma siamo dispiaciuti perché ancora una volta non sono stati utilizzati tutti i mezzi a disposizione per denunciare i gravi danni che la forte svalutazione della valuta cinese sta provocando al manifatturiero statunitense. Il governo utilizzare tutti i mezzi che ha a disposizione per garantire ad imprese e lavoratori statunitensi che gli avversari commerciali giochino secondo le loro stesse regole".