Il 27 giugno l'Unione Europea ha richiesto ufficialmente alla World Trade Organization (WTO) l'istituzione di una commissione che valuti le restrizioni imposte dalla Cina all'export di terre rare, tungsteno e molibdeno. La richiesta giunge dopo vari tentativi di trovare una soluzione con la Cina, tra i quali consultazioni formali con il WTO svoltesi nel mese di aprile. La UE, fiancheggiata da Stati Uniti e Giappone, procederà pertanto con l'apertura di una controversia all'intrno del WTO con l'obiettivo di far rispettare alla Cina gli obblighi assunti all'atto dell'ingresso nell'associazione nazionale del commercio.
"Le restrizioni sull'export di terre rare ed altre materie prime violano gli impegni presi con il WTO e contribuiscono a distorcere i mercati globali, creando uno svantaggio competitivo per le nostre aziende" ha commentato Karel De Gucht, Commissario europeo per il Commercio. "Già all'inizio dell'anno il WTO aveva ribadito chiaramente quali fossero le regole, ma Pechino non ha operato per porre fine alle restrizioni. Non ci rimane altra scelta che cercare aprire una controversia".
Il 13 marzo, infatti, la UE, gli USA ed il Giappone avevano richiesto una consultazione con la Cina relativamente a restrizioni all'export su altre materie prime tra cui le terre rare. Nonostante le consultazioni svoltesi il 25-26 aprile a Ginevra ed un pronunciamento del WTO su una materia analoga il 30 gennaio, dalla Cina non sono giunti segnali in direzione dell'abolizione delle restrizioni.
La Cina sta applicando una serie di misure per disincentivare l'export come dazi, quote di esportazione e requisiti aggiuntivi che limitano l'accesso alle materie prime delle aziende estere. Queste misure distorcono il mercato e favoriscono l'industria cinese alle spese di aziende e consumatori sia nella UE che nel resto del mondo.