Sul mercato dei coils a caldo si sta vivendo attualmente un momento critico a causa del verificarsi di forti aumenti che non consentono al momento di stabilire con chiarezza su quali livelli si collochino i prezzi dei diversi prodotti. Quel che è certo è che i produttori stanno cercando tutti in modo compatto di aumentare i prezzi, senza alcuna intenzione di effettuare retromarcia. In questa situazione, qualche produttore avrebbe deciso di sospendere le vendite.
I valori richiesti vanno oggi per i coils laminati a caldo (HRC) da un minimo di 470 €/t base partenza ad un massimo di 550 €/t (prezzo chiesto da ArcelorMittal). Per i coils a freddo (CRC) si parla di prezzi tra i 590 e i 660 €/t b.p., mentre nel caso degli zincati a caldo (HDG) il range è compreso tra i 560 e i 670 €/t b.p. Si tratta di forcelle significativamente ampie, che secondo gli operatori intervistati andranno inesorabilmente a restringersi attorno a valori medio-alti nelle prossime settimane. Intanto, i volumi sono molto apparenti: gli acquisti provengono quasi unicamente dagli stocchisti e il consumo reale resta debole. Ciononostante, secondo gli intervistati a breve anche gli utilizzatori finali saranno costretti a comprare e dovranno farlo a prezzi più alti.
Infine, è ancora una volta opinione diffusa che il trend rialzista proseguirà almeno fino al primo trimestre del 2017 a causa dell'aumento dei costi di produzione e della mancanza di offerte di importazione competitive, dovuta a sua volta alle indagini antidumping.