Fonti vicine a SteelOrbis hanno confermato le voci di aumenti di prezzo che erano emerse sul mercato dei coils al rientro dalle vacanze estive. Ciononostante, le quotazioni in Italia e in Europa non hanno ancora raggiunto i picchi che i produttori erano riusciti a mantenere fino a metà giugno dopo i rialzi avvenuti tra marzo e maggio.
Attualmente i valori richiesti sul mercato italiano sono circa 400 €/t franco produttore nel caso dei coils laminati a caldo (HRC), 500-510 €/t f.p. per i coils a freddo (CRC) e 495-500 €/t nel caso degli zincati a caldo (HDG). Questi evidenziano in media un incremento di una ventina di euro rispetto ai livelli di fine luglio.
Come riportato precedentemente, il principale sostegno agli aumenti è dato dalla ventata di procedimenti antidumping dei mesi scorsi, che sta di fatto annullando le offerte dai paesi esteri. Recentemente, EUROFER ha fatto notare che a luglio le importazioni di coils a caldo da Brasile, Iran, Russia, Serbia e Ucraina (ovvero i paesi contro i quali è stato aperto il procedimento antidumping) sono state comunque significative. Gli operatori interpellati da SteelOrbis tuttavia hanno spiegato che tali importazioni si riferiscono a materiale che era stato ordinato intorno al mese di maggio, cioè ben prima dell'apertura dell'indagine relativa alle importazioni di acciai piani a caldo dai suddetti paesi.
Sempre secondo le fonti, attraverso gli aumenti in corso i produttori europei stanno cercando di recuperare il terreno perso tra metà giugno e luglio. Da parte dei centri servizi, che all'inizio del mese in corso si sono scontrati con un mercato fiacco a valle, non è partita alcuna corsa all'acquisto. Essi si trovano a fronteggiare una domanda non particolarmente brillante, tuttavia al momento possiedono scorte molto basse in magazzino e pertanto saranno sicuramente costretti a tornare all'acquisto nelle prossime settimane. La distribuzione in generale sta combattendo per convincere la clientela ad accettare gli aumenti di prezzo, che saranno sicuramente confermati dal momento che i produttori appaiono tutti carichi di ordini e dunque molto lunghi nelle consegne.