Dopo il ridimensionamento verificatosi tra giugno e metà luglio, il mercato italiano dei coils sembra aver intrapreso nelle ultime due settimane una fase di consolidamento laterale dei prezzi che, salvo fattori straordinari, dovrebbe durare fino al termine dell'estate. È questa l'impressione degli operatori interpellati da SteelOrbis, secondo i quali i prezzi potrebbero scendere a livello europeo soltanto per ragioni di competizione interna o nell'eventualità di un crollo dei valori rilevati sul mercato cinese. Alcune fonti di mercato prevedono inoltre che entro fine anno si possa assistere ad una nuova fase rialzista dei prezzi, ma al contempo ritengono che una risalita troppo ripida (come quella registrata ad aprile/maggio) rischierebbe di rendere nuovamente appetibili le offerte di importazione, che al momento risultano pressoché inesistenti a causa sia dei dazi in essere sia delle indagini antidumping in corso. Al momento, aggiungono le fonti, sul mercato prevale un atteggiamento attendista e la tendenza da parte degli utilizzatori a comprare ciò di cui hanno strettamente bisogno.
Attualmente i valori richiesti dai produttori italiani sono pari a 380-385 €/t franco produttore nel caso dei coils laminati a caldo (HRC) e 490-500 €/t f.p. per i coils a freddo (CRC), mentre vanno dai 450 ai 480 €/t nel caso degli zincati a caldo (HDG), prodotto quest'ultimo non protetto da dazi né da minacce di dazi, e dunque più suscettibile di variazioni di prezzo.