Situazione nebulosa per il Gruppo Stefana. Sono settecento i dipendenti ancora in attesa di risposte dopo che il 29 dicembre scorso il cda del gruppo ha depositato presso il Tribunale di Brescia una richiesta di ammissione al concordato preventivo con riserva. Nel frattempo, il 31 dicembre sono scaduti i contratti di solidarietà per 200 lavoratori che, oltre a sollecitare chiarezza circa il rinnovo degli ammortizzatori sociali, chiedono anche garanzie sul pagamento degli stipendi di dicembre e indicazioni sulla riapertura delle attività dopo la fermata invernale. Gli impianti del gruppo bresciano sono fermi dallo scorso 12 dicembre, con l'obiettivo di ritornare in attività il 12 gennaio.
Il gruppo Stefana comprende due acciaierie (a Montirone e a Ospitaletto) e tre laminatoi (uno a Ospitaletto e uno a Nave). Nei siti di Ospitaletto (249 dipendenti) e di Via Bologna a Nave (255) si applicano al momento contratti di solidarietà in vigore fino a maggio. Quelli scaduti a fine dicembre dopo tre anni riguardano invece gli stabilimenti di Montirone (95) e di via Brescia a Nave (108).
"Abbiamo chiesto il ricorso a nuovi strumenti per il 2015 – ha spiegato Francesco Bertoli, segretario della Fiom di Brescia – ma è ancora presto per capire come gestiremo la trattativa aziendale". È prematuro anche ragionare sul destino degli impianti, sia esso la continuità con l’attuale proprietà o la cessione. Nel frattempo, il 29 dicembre Enel ha interrotto le forniture di energia elettrica a Nave, in via Brescia (ma è stato raggiunto un accordo con un altro gestore). Lunedì 5 è invece stata sospesa l'erogazione di gas negli stabilimenti di Montirone e via Bologna a Nave, dopo che era già stata tagliata a Ospitaletto e in via Brescia a Nave venerdì scorso. La decisione, assicurano i sindacati, è tuttavia legata alla scadenza del contratto, e non a un mancato pagamento.