Secondo un report diffuso il 12 dicembre dall'Ufficio australiano delle risorse e dell'economia energetica (BREE), l'export dall'Australia di iron ore raggiungerà 481 milioni di tonnellate nel 2012, con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno. Pienamente confermata, quindi, la stima annunciata alla fine di settembre. Secondo il BREE, la crescita delle esportazioni è supportata dai molti progetti che stanno sviluppando i più importanti operatori minerari australiani, con Rio Tinto e BHP Billiton in prima linea. Secondo le previsioni, nel 2013 l'export di minerale ferroso aumenterà ulteriormente del 13% fino a 543 milioni di tonnellate.
Il BREE ha rilevato nel terzo trimestre per l'iron ore australiano un prezzo spot medio FOB Australia di 105 $/ton FOB Australia. Nel trimestre in esame i prezzi spot hanno toccato anche 81 $/ton, cioè il minimo dalla fine del 2009. Il downtrend è stato innescato dalla scelta operata dalla maggior parte dei produttori siderurgici cinesi di ridurre le scorte, nonché dalle preoccupazioni che circondano i futuri tassi di sviluppo della prima siderurgia mondiale. Nell'utlimo trimestre dell'anno le quotazioni hanno però registrato un rimbalzo, con il prezzo FOB medio attestatosi per ora a 108 $/ton. Nel complesso del 2012, il BREE calcola che il prezzo a contratto medio dell'iron ore spedito dall'Australia si attesta a 128 $/ton FOB.
Le previsioni elaborate parlano di un notevole calo dei prezzi del minerale ferroso nel 2013, con una media annua stimata dal BREE di 106 $/ton. Nel primo semestre dell'anno le quotazioni dovrebbero mantenersi sui livelli attuali, ed un incremento non si attende prima del quarto trimestre dell'anno: solo allora, infatti, il consumo di acciaio cinese dovrebbe tornare a salire sulla scia di grandi sviluppi infrastrutturali e stimoli economici varati dal governo di Pechino.