Oggi 26 luglio, secondo quanto si apprende dai media locali, il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ha firmato il provvedimento di sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva e le misure cautelari per gli indagati nell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell'azienda.
Gli arresti riguardano otto dirigenti ed ex dirigenti tra cui il patron Emilio Riva, il figlio Nicola Riva (Presidente dimessosi recentemente), l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, il dirigente capo dell'area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, e il responsabile dell'area agglomerato, Angelo Cavallo.
Il provvedimento di sequestro senza facoltà d'uso riguarderebbe i parchi minerali, le cokerie, l'area agglomerazione, l'area altiforni, le acciaierie e la gestione materiali ferrosi.
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini si è espresso sulla questione con le seguenti parole: "Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza. Verrà affrontata l'emergenza per almeno 15.000 persone in seguito a iniziative della magistratura che sta procedendo al sequestro e ad altre misure cautelari. [...] L'intenzione è di sostenere la continuazione delle attività produttive e portuali nel sito di Taranto".
Le dichiarazioni del ministro Clini sono giunte al termine della riunione sull'Ilva, nell'ambito della quale si è firmato un protocollo per lo stabilimento. "Il protocollo - spiega il ministro - non é una risposta alla magistratura ma è un impegno ad andare avanti per impedire che tutto questo si blocchi. Noi vogliamo che l'azienda resti a Taranto e che allo stesso tempo l'intervento ambientale si faccia di corsa". Spiegando i contenuti del protocollo d'intesa firmato oggi al ministero, Clini ha annunciato che le risorse per "interventi urgenti di riqualificazione ambientale" a Taranto saranno pari a "un importo complessivo di 336 milioni di euro".