La Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di accogliere la richiesta di un importatore di acciaio il quale proponeva di abolire i dazi della Sezione 232, sostenendo che ai tempi Donald Trump non avesse l’autorità per imporli.
Presentato dalla PrimeSource Building Products, azienda con sede in Texas, l’appello prende di mira la decisione della corte di grado inferiore di mantenere le tariffe del 25% sui prodotti derivati dall’acciaio, come chiodi e dispositivi di fissaggio.
A sostegno della propria posizione, PrimeSource – insieme a Huttig Building Products, azienda con sede nel Missouri, e all’omanita Oman Fasteners – ha ribadito che il Congresso degli Stati Uniti non ha mai concesso poteri presidenziali sul commercio estero.
Nel 2021, infatti, la Corte del commercio internazionale degli Stati Uniti aveva annullato le tariffe sui derivati dell’acciaio, ma la Corte d’Appello per il Circuito Federale ha ribaltato la decisione quest’anno, citando una norma del 2022 secondo la quale i presidenti sono autorizzati a imporre aumenti dei dazi «in funzione delle contingenze» per «raggiungere i propri obiettivi originari di sicurezza nazionale».
L’appello di PrimeSource alla Corte Suprema risale al mese di luglio, mentre quello – separato – di Oman Fasteners risale al 20 di ottobre ed è ancora pendente. Tuttavia, l’amministrazione Biden ha invitato fermamente la Corte Suprema a non accogliere tale appello.