ThyssenKrupp Steel USA: il laminatoio di Calvert esporta gran parte dell'output

martedì, 04 ottobre 2011 11:42:02 (GMT+3)   |  
       

Nel corso della conferenza annuale dell'associazione delle donne nell'industria metallurgica (AWMI), svoltasi a Washington D.C. il 29 settembre, Bob Holt, vice presidente a vendite e marketing di ThyssenKrupp Steel USA ha tracciato un rapido quadro del mercato siderurgico locale ed un outlook economico, soffermandosi su quelle che rappresentano le principali sfide e successi relativi alla costruzione di un nuovo laminatoio del gruppo a Calvert (Alabama).

Holt ha spiegato che l'attività relativa ai piani in acciaio al carbonio ed inox a Calvert ha dovuto superare una serie di ostacoli già nelle fasi preliminari alla costruzione. Innanzitutto c'era la misura protezionistica ‘Buy American', che ostacolava l'importazione delle bramme necessarie per la produzione di coils dall'acciaieria del gruppo in Brasile.

Il secondo step è stata la scelta dei 6.500 dipendenti, ai quali si richiedeva particolare abilità. Secondo Holt, infatti, prima della recessione negli Stati Uniti nell'area individuata per la costruzione dello stabilimento era difficile reperire operai specializzati nel settore siderurgico ed altrettanto difficile era trovare operai disposti a trasferirsi in Alabama. La crisi economica avrebbe, secondo Holt, aiutato il gruppo ThyssenKrupp USA nei suoi progetti, generando un gran numero di nuovi disoccupati.

Le altre preoccupazioni che turbano Holt erano e sono di natura economica. La crescita del PIL, che continua a rivelarsi insoddisfacente, il tasso di disoccupazione, stagnante, la fiducia dei consumatori, in calo del 38% negli ultimi otto mesi, ed il debito pubblico crescente non solo negli Stati Uniti ma anche in Grecia, Italia, Portogallo, Irlanda e Spagna.

A questo si aggiunga la continua crescita dei costi delle materie prime, generata dalla forte domanda registrata in Cina, dove attualmente di concentra circa la metà della produzione siderurgica mondiale. Le acciaierie cinesi stanno esportando molto acciaio, ma sempre meno spesso negli Stati Uniti ed attualmente meno del 2% dell'export cinese è destinato agli USA.

La volatilità dei prezzi siderurgici è stata una costante sin dal 2009, il che ha modificato l'organizzazione e la pianificazione del business a tutti i livelli della filiera: i compratori speculano meno, ed i venditori mantengono magazzini molto più sgombri rispetto al passato.

Per quanto riguarda i trend futuri, Holt ha sottolineato che la copertura nel campo delle commodities dovrà aumentare nel breve periodo, e nei prossimi quindici anni l'offerta di carbone e minerale ferroso aumenterà considerevolmente. Fino al 2015, però, l'offerta di materie prime rimarrà scarsa rispetto alle necessità ed i prezzi conseguentemente elevati. Sempre il 2015 è l'anno nel quale, secondo Holt, il mercato siderurgico potrebbe tornare ai livelli di consumo registrati prima della crisi globale.

La parte più ‘spinosa' della presentazione di Holt è stata durante la sessione delle domande dal pubblico, quando gli è stata chiesta la sua posizione riguardo all'annoso problema dell'overcapacity. Queste le parole di Holt: "Temevamo che il mercato non sarebbe ancora ripartito quando abbiamo inaugurato lo stabilimento di Calvert, ma fortunatamente abbiamo una società madre tedesca con grande esperienza nel campo delle esportazioni". Holt ha quindi annunciato che il laminatoio di Calvert esporta gran parte dell'acciaio prodotto, tanto che "fa più affidamento sull'export di quanto pensassimo in un primo momento".


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