Pasini: "Urge l'intervento del Governo su infrastrutture ed energia"

lunedì, 27 giugno 2011 13:32:02 (GMT+3)   |  
       

In occasione dell'Assemblea Annuale di Federacciai, il presidente Giuseppe Pasini, alla presenza del Sottosegretario per lo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, del Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e della Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha sottolineato come urgano interventi forti da parte del Governo per rilanciare le infrastrutture, definire politiche energetiche e ambientali coerenti ed efficaci, anche per un giusto riequilibrio delle dinamiche competitive a livello internazionale.

"Siamo in netto ritardo - ha dichiarato il Pasini - e i problemi aperti restano molti, dalle infrastrutture che non decollano alla mancanza di politiche energetiche lungimiranti, da politiche ambientali ambigue, che incidono negativamente anche sulle politiche commerciali e concorrenziali, ai costi delle materie prime. L'assenza di progetti infrastrutturali (o il mancato avvio di progetti approvati solo ‘sulla carta') ha inciso e incide pesantemente sulla riduzione della domanda di acciaio, penalizzando e bloccando un fattore capace di innescare un volano a vantaggio non solo della siderurgia, ma della manifattura in generale. L'assenza di una rete infrastrutturale adeguata alle esigenze logistiche impatta inoltre sulla concorrenzialità del ‘nostro' prodotto siderurgico con un'incidenza di costi di trasporto decisamente elevata".

Tema dell'energia cruciale per il futuro

L'energia rappresenta il grande fattore che può garantire lo sviluppo dell'industria nel nostro Paese oppure mettere a serio rischio la sua sopravvivenza. Le nostre bollette sono ancora tra le più care in Europa. La siderurgia è il più grande settore energivoro in Italia, assorbendo ben il 14% dell'energia elettrica e l'8% del consumo di gas dell'intero comparto manifatturiero italiano.

"Ora, anche alla luce dell'esito del recente referendum - ha precisato Pasini -  dobbiamo porci con ancor più forza il problema di una politica energetica efficace e coerente. Considerando anche i ripensamenti sul nucleare di Germania e di altri Paesi, abbiamo la certezza che un maggior utilizzo di fonti tradizionali, come il gas e il carbone, e di fonti rinnovabili, come il solare e l'eolico, porteranno senza dubbio a un aumento dei costi energetici. Siamo consapevoli delle azioni che il Governo ha messo in campo per garantire migliori condizioni di acquisto, eppure dobbiamo recuperare ancora una buona parte del gap. Peraltro, dovendo fare i conti con gli impegni presi ratificando il protocollo di Kyoto. Ma anche qui, un conto è l'obiettivo del - 20% fissato da Kyoto, un conto sono gli obiettivi che vanno oltre, e che qualche Paese, non a caso tra quelli che possiedono una struttura manifatturiera tutto sommato secondaria o di scarsa entità, stanno cercando di promuovere. Inseguire questi obiettivi è non solo utopistico, ma vorrei dire suicida".

"Considerando accantonata ogni ipotesi di ricorso all'energia nucleare - ha aggiunto Pasini - il gas diventa una delle poche strade per alimentare il fabbisogno del nostro Paese. Nell'ambito delle emissioni di CO2, abbiamo già raggiunto l'obiettivo del -20% (la siderurgia italiana ha ridotto le proprie emissioni di CO2 addirittura del 30% rispetto al 1990). E' davvero il massimo che si poteva fare con la tecnologia attualmente disponibile. Per questo è improponibile andare oltre Kyoto. Mentre noi stiamo infatti facendo sforzi immani per rispettare gli obiettivi di Kyoto, altri Paesi proprio non ci pensano nemmeno. E guarda caso sono i Paesi che più stanno acquisendo quote di mercato nel mondo, dalla Cina all'India, e così via. Questo, oltre alle conseguenze di natura ambientale - importantissime per tutti - comporta anche una forte distorsione delle dinamiche competitive".

La necessità di politiche che proteggano le imprese europee nel commercio globale

Nel corso dei lavori si è dibattuto inoltre su un'altra importante problematica: quella relativa alle regole commerciali. In un mercato fortemente internazionalizzato come quello siderurgico è infatti fondamentale che le regole commerciali siano uguali per tutti. La maggior parte dei Paesi non europei ha posto in essere misure di protezione dei mercati interni (protezioni e agevolazioni, due elementi del tutto assenti nell'Unione europea) spesso affiancate da sovvenzioni o altre misure miranti a favorire le esportazioni di prodotti siderurgici.

"Riteniamo dunque necessario - ha concluso Pasini - che il Governo insista sulla Commissione affinché vengano attualizzati e applicati strumenti efficaci a proteggerci da tali incongruenze commerciali che ci sfavoriscono rispetto ai nostri competitor".


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