Nella mattinata del 9 novembre si è tenuto un convegno per la presentazione di Assofermet del primo studio di ricerca in Italia – realizzato in collaborazione con Cerved – sul recupero e riciclo dei metalli.
L’intento dello studio era «dimostrare l’importanza del settore rappresentato da Assofermet. Le attività di recupero di rottami metallici sono decisive sia in termini di contributo al PIL sia per l’impatto sociale delle imprese del nostro settore, dove sono attivi più di 19 mila dipendenti» ha spiegato Laila Matta, presidente di Assofermet Rottami, aggiungendo che «l’80% della produzione nazionale di acciaio avviene proprio a partire dal riciclo dei rottami ferrosi».
Lo studio ha infatti evidenziato che in Italia il settore gode di ottima salute: tra il 2019 e il 2021 le società di capitali attive hanno registrato un aumento del fatturato superiore al 64%. In crescita anche il MOL (margine operativo lordo) e il numero di dipendenti.
Nello specifico, è emerso che in Italia il settore del recupero di rottami e autodemolitori conta in totale 7.457 imprese, di cui il 65,9% tratta commercio di rottami all’ingrosso, il 20% ha il recupero di rottami e cascami metallici come attività principale e il 14,1% è composto da autodemolitori.
Il 41% delle società analizzate sono società di capitali, il cui fatturato attivo (stando agli ultimi dati disponibili, che risalgono al 2021) è pari a 16,93 miliardi di euro. Di questi, più di 9 miliardi provengono dalle aziende che si occupano di commercio di rottame all’ingrosso.
I bilanci del 2021 indicano una crescita complessiva del 64,5% rispetto al 2019, mentre quelli previsionali e depositati del 2022 indicano un leggero calo rispetto all’anno precedente: 16,8 miliardi – comunque in crescita rispetto al 2019. Per il 2023 è invece previsto un bilancio previsionale di 18 miliardi di euro.
Negli anni analizzati, anche il MOL ha registrato un aumento importante: è passato da poco meno di 400 milioni di euro nel 2019 a 1 miliardo e 200 milioni nel 2021. Per il 2022 e il 2023 le previsioni sono stabili.
Per quanto riguarda invece le società di persone e le imprese individuali, che rappresentano il 59% del totale delle imprese analizzate (per la precisione 4.387 aziende), il fatturato complessivo stimato è pari a 896 milioni e 300 mila euro, ossia soltanto il 5% del fatturato registrato per le società di capitali.
Infine, le attività che hanno il commercio di rottame come attività secondaria hanno fatturato complessivamente quasi 7 miliardi di euro nel 2021.
NOTA METODOLOGICA: studio realizzato da Cerved Group S.p.A. tramite analisi di dati disponibili pubblicamente sulle società del settore. Sono incluse nell’analisi tutte le imprese a livello nazionale con uno dei seguenti codici Ateco come codice primario: 38.31.10 (Demolizione di carcasse, vale a dire smantellamento di carcasse di ogni tipo, tra cui automobili, computer, televisori e altre apparecchiature per il recupero di materiali), 38.32.10 (Recupero e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami metallici), 46.77.10 (Commercio all’ingrosso di rottami e sottoprodotti della lavorazione industriale metallici). Per le società di persone e le ditte individuali la stima del fatturato è stata effettuata sulla base delle classi di fatturato definite da Cerved Group S.p.A. in funzione del numero dei dipendenti e settore di appartenenza, utilizzando come dato di riferimento il dato medio di classe. Quando si parla di “commercio di rottami come attività secondaria” si fa riferimento alle attività con codice Ateco secondario 46.77.10 (Commercio all’ingrosso di rottami e sottoprodotti della lavorazione industriale metallici) e con codice Ateco primario diverso da 38.31.10 (Demolizione di carcasse), 38.32.10 (Recupero e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami metallici) o 46.77.10 (Commercio all’ingrosso di rottami e sottoprodotti della lavorazione industriale metallici).