Assofermet/SteelOrbis: tavola rotonda con Ciocca, Paladini e Morgante sull'internazionalizzazione

giovedì, 27 novembre 2014 12:32:01 (GMT+3)   |  
       

La conference pomeridiana del 2° Assofermet Day & SteelOrbis Conference, tenutosi lo scorso 21 novembre a Villa Fenaroli (BS), si è aperta con le relazioni introduttive di Christopher Plummer, CEO di Metal Strategies, Inc, e di Murat Eryılmaz, CEO di SteelOrbis. Il primo si è concentrato sulla situazione dell'industria europea e italiana delle materie prime, soffermandosi in particolare sugli scambi di rottame e sull'andamento dei prezzi dello stesso in relazione alle quotazioni dell'iron ore. Mr. Eryılmaz ha invece fornito una presentazione della distribuzione siderurgica in Turchia, passando in rassegna struttura, caratteristiche e capacità produttive dei principali attori, nonché principali problemi e opportunità.

La seconda parte della sessione pomeridiana è stata animata da una tavola rotonda moderata da Sissi Bellomo de Il Sole 24 Ore e intitolata "L'approccio delle imprese italiane ai mercati esteri nel commercio siderurgico", che ha visto la partecipazione di Gabriele Morgante (Policy Officer presso la Commissione Europea), Enrico Paladini (direttore commerciale della divisione coils di Marcegaglia Spa) e Michele Ciocca (Presidente di Assofermet Acciai).

"Quello dell'internazionalizzazione è un tema abbastanza all'ordine del giorno nel mondo della distribuzione. L'internazionalizzazione è vista sicuramente come un'opportunità o, a volte, come una necessità", ha esordito Michele Ciocca, precisando che la distribuzione al di fuori dei confini nazionali non è comunque facile a causa di forti barriere costituite, ad esempio, dal costo dei trasporti. Secondo il presidente di Assofermet Acciai, oggi la distribuzione italiana, soprattutto nel segmento degli acciai piani, è orientata a distribuire in zone molto vicine ai confini nazionali, ovvero in paesi quali Francia, Svizzera e Germania, dove il prodotto italiano è apprezzato per il livello di precisione nella lavorazione, nelle consegne e per altri aspetti. Ciononostante, i margini sono ridotti come sul mercato nazionale, perché - ha spiegato Ciocca - "la competizione è molto forte e peraltro anche queste aree stanno subendo una contrazione dei prezzi nell'ultimo periodo". Sempre secondo Ciocca, sarebbe troppo ottimistico dire che oggi la vendita all'estero è la soluzione dei problemi della distribuzione italiana; "Sicuramente è una strada che dobbiamo perseguire. Forse per aggredire mercati più lontani, più complicati e magari in via di espansione - ha suggerito Ciocca - una spinta potrebbe nascere da una delle leve che oggi vengono richiamate più spesso all'interno del mercato distributivo italiano, ovvero quella del consolidamento", che secondo l'ad di Ciocca Lamiere potrebbe riguardare più i distributori stessi piuttosto che i produttori, i quali difficilmente si sobbarcherebbero ulteriori problemi rispetto a quelli che già sono costretti ad affrontare. La via più semplice e perseguibile, secondo il presidente di Assofermet Acciai, potrebbe essere quella, in una prima fase, di alleanze, formazioni di joint venture tra centri di servizio, in un'ottica specifica aziendale di cercare spazi esteri difficilmente raggiungibili da soli, unendo quindi competenze, capacità e finanza.
Diversa, rispetto a possibili aggregazioni in Italia tra produzione e distribuzione, l'idea di Gabriele Morgante della Commissione Europea: "Credo che i produttori prima o poi dovranno percorrere questa strada, perché penso che uno dei loro problemi sia rappresentato dalla stessa distribuzione".
Sissi Bellomo ha poi spostato l'attenzione dei partecipanti al dibattito sulla crescente presenza cinese sui mercati internazionali, compreso quello europeo. "Certamente alcuni operatori cinesi negli ultimi anni hanno cercato, attraverso operazioni di acquisizione e partecipazione nella distribuzione siderurgica, di entrare in maniera più profonda nel nostro mercato", ha detto Morgante. "Devo dire che però non tutte le esperienze sono state particolarmente positive".
"In questo momento indubbiamente non si sente il bisogno di avere un ulteriore competitor in Europa", ha aggiunto Ciocca al riguardo. Il presidente di Assofermet Rottami ha ricordato che recentemente anche il mercato cinese ha iniziato a sentire una certa fatica interna, e che dunque gli operatori cinesi, scoprendosi anch'essi sovrapproduttori, devono necessariamente guardarsi attorno e cercare di espandersi. Motivo per cui, "nonostante tutte le difficoltà che il mercato europeo oggi esprime", non possono ignorare completamente il Vecchio Continente.
"La sovraccapacità cinese è un problema che viene riportato all'attenzione della Commissione ormai da almeno due o tre anni", ha detto Morgante, aggiungendo che l'approccio politico del nuovo Commissario al commercio dovrebbe essere di tipo liberista, in linea con quella che è stata la posizione della Commissione negli ultimi due anni. Tale approccio liberista, ha tuttavia precisato, "deve essere temprato da un utilizzo di misure di difesa". Attualmente sono infatti in fase di studio una dozzina di casi nel settore siderurgico per quanto riguarda Cina, India, Russia e altri paesi.
"Ci fa piacere sapere che il nuovo Commissario ha delle idee liberiste, ma certamente questo atteggiamento deve essere accompagnato dall'esistenza di regole uguali per tutti", ha risposto Enrico Paladini. "Tanti paesi stanno adottando misure a favore del protezionismo. È evidente che essere liberisti per forza possa essere pericoloso", ha detto. "Dal punto di vista ideologico siamo tutti liberisti, ma vorremmo essere anche tutelati".
Della stessa linea il presidente Ciocca, per il quale "non possiamo fingere che non esistano asimmetrie regolatorie che provocano danni e disagi". Per ovviare a questo problema, secondo Ciocca, Assofermet potrebbe chiedere all'Europa non tanto un incremento delle misure protezionistiche, quanto perlomeno maggiori misure 'compensative'. "Se le aziende cinesi ad esempio godono di un aiuto di stato quando vengono ad esportare in Europa - ha spiegato - allora anche noi europei dovremmo ricevere un sostegno simile quando decidiamo di esportare in Cina". "Detto ciò - ha concluso - siccome il nostro è un problema soprattutto di consumo, quello che mi piacerebbe ravvedere nei comportamenti futuri dell'Europa è un ripensamento di tante politiche allo scopo di stimolare i consumi anziché deprimerli. Il presidente di Assofermet Acciai ha infine insistito sulla necessità di un approccio più politico che tecnico da parte della Commissione Europea.
Morgante ha tenuto a precisare che "il piano d'azione sull'acciaio è vivo, è frutto del precedente mandato e scopriremo prossimamente se sarà efficace politicamente". Secondo il Policy Officer non vi sarebbero comunque segnali di un cambio di direzione da parte della Commissione neppure sotto questo aspetto. Morgante ha detto infine che considera un dato positivo il fatto che il presidente Juncker abbia fissato alcuni importanti obiettivi, tra cui quello di portare il peso del settore manifatturiero del Vecchio Continente al 20% entro il 2020.