Assofermet Acciai: no alla totale chiusura del mercato europeo alle importazioni

giovedì, 09 giugno 2016 10:34:29 (GMT+3)   |   Brescia
       

Assofermet Acciai ha recentemente diffuso una nuova nota a firma del suo Presidente Tommaso Sandrini (clic qui per leggerla in formato integrale). La nota, spiega l'incipit della stessa, "ha l'obiettivo di rappresentare alle istituzioni europee e a tutti i soggetti interessati le implicazioni legate alle evoluzioni del contesto regolatorio in ambito comunitario" e di chiarire "la posizione che Assofermet intende assumere e promuovere verso le istituzioni".

Dopo un breve riepilogo dei principali provvedimenti adottati in Europa tra febbraio e la fine di aprile nei confronti delle importazioni di prodotti siderurgici da extra UE, Assofermet Acciai aggiunge di aver appreso in data 25 maggio, da notizie di stampa, che "EUROFER avrebbe richiesto e sollecitato alla Commissione UE l'apertura/adozione di nuovi procedimenti antidumping sui coils a caldo provenienti dai seguenti paesi: Russia, Ucraina, Bielorussia, Iran, Turchia, Serbia e Brasile. Allo stato attuale - precisa la nota - non è chiara l'evoluzione di tale richiesta e se ulteriori paesi potranno essere aggiunti alla lista".

A proposito delle ultime richieste promosse da EUROFER, Sandrini mette in guardia dal "rischio di totale chiusura del mercato europeo a qualsiasi forma di importazione, con le relative preoccupanti conseguenze che questo atteggiamento comporterebbe", spiegando che "le azioni in corso, mirate a proteggere il mercato europeo dalla concorrenza dei produttori cinesi, trovano il pieno ed incondizionato supporto da parte di Assofermet", mentre quelle che coinvolgono altri paesi esportatori (i quali si trovano in condizioni differenti rispetto al "gigante cinese") trovano la ferma opposizione da parte dell'associazione.
Sempre secondo Sandrini, inoltre, le misure di protezione verso i laminati a freddo cinesi e russi, unite alla possibile istituzione di analoghe misure sui laminati a caldo, "sono risultate più che sufficienti a ristabilire un livello di prezzo sul mercato europeo tale da garantire elevati livelli di profittabilità ai produttori siderurgici dell'Unione".

Le conseguenze dell'apertura di procedure contro paesi diversi dalla Cina sarebbero secondo Assofermet la creazione di potenziali condizioni di oligopolio sul mercato europeo e dunque un aumento della volatilità che favorirebbe atteggiamenti speculativi. Inoltre, il sistema dei produttori dell'Unione si chiuderebbe su se stesso, perdendo uno stimolo verso l'innovazione, la ricerca, lo sviluppo. Ancora: l'industria della prima trasformazione e distribuzione si troverebbe di fronte ad un mercato chiuso, composto da pochissimi operatori che potrebbero agire senza alcuna normale regola di concorrenza. Vi sarebbe un innalzamento dei prezzi ai livelli degli Stati Uniti, circostanza che penalizzerebbe fortemente tutta l'industria metalmeccanica italiana ed europea. L'innalzamento del livello dei prezzi e l'assenza di importazioni - prosegue la nota - farebbero rapidamente "spegnere" tutta la filiera della prima trasformazione e della distribuzione, poiché sul mercato rimarrebbero solo trasformatori, centri di servizio e distributori integrati ai produttori europei, sussidiati dal sistema di extraprofitti che l'oligopolio della produzione creerebbe.

Sandrini auspica pertanto che in questa fase di profonda trasformazione del settore siderurgico dell'Unione venga assunto un atteggiamento di ragionevolezza e di buon senso e che tutti gli attori della filiera e le diverse associazioni si muovano in modo coerente ed unitario, riconoscendo il ruolo reciproco e focalizzando le proprie azioni su valori condivisi.


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