ArcelorMittal ha comunicato che il ripristino dell'attività presso l'acciaieria di Florange (Francia) dipenderà dalla domanda recepita, ma i sindacati controbattono che la dirigenza dell'azienda ha già mostrato il proprio disinteresse, importando acciaio dalla Russia.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, la dirigenza aziendale si era impegnata a riaccendere gli altiforni di Florange qualora lo stabilimento di Dunquerque non fosse riuscito a fornirgli le materie prime necessarie per la laminazione di piani a caldo. Sembra, però, che queste siano state importate: 60.000 tonnellate di bramme prodotte dal competitor russo Severstal. Secondo l'opinione dei sindacati, l'importazione di acciaio dalla Russia "equivale ad ammettere che Florange non riaprirà".
ArcelorMittal risponde che una decisione definitiva sulla riaccensione degli altiforni verrà presa in maggio, e comunque riguarderà la possibilità di ripartire in luglio. Attualmente, infatti, la multinazionale sta puntando sui poli di Dunquerque e Fos-sur-Mer, che sorgono nelle immediate vicinanze di porti marittimi, molto più vicini a quei mercati che non sembrano avvertire la crisi in maniera così sensibile come l'Unione Europea.
Alle incalzanti domande di giornalisti e sindacalisti un esponente del gruppo ha risposto: "Stiamo adattando la produzione all domanda, monitorando trimestralmente la situazione del mercato alla ricerca delle condizioni per ripartire". Aggiunge, inoltre: "Si tratta solo di una sospensione temporanea dell'attività".