Il primo mese del 2016 si è aperto con un lieve calo dei prezzi del rottame sul mercato italiano, calo che si è poi accentuato nella seconda metà del mese, ammontando in totale a 15 €/t rispetto ai livelli di fine dicembre.
Nei primi giorni di febbraio il trend ribassista è stato confermato da limature di 5 €/t che, come indicato da Nuovo Campsider, hanno riportato le quotazioni ai livelli dello scorso novembre. La bassa domanda di rottame, la sua ottima disponibilità (dovuta sia al basso consumo sia ad un inverno mite) e la scarsa richiesta di prodotti finiti fanno inoltre prevedere il verificarsi di ulteriori ribassi nel prosieguo del mese. La debolezza del mercato del prodotto finito, implicando tra le altre cose margini operativi estremamente risicati, ha portato a qualche fermata produttiva nel corso di gennaio e, secondo gli operatori interpellati da SteelOrbis, sarà causa di ulteriori riduzioni degli output nelle prossime settimane.
Attualmente sul mercato italiano le quotazioni del rottame si collocano attorno ai seguenti livelli:
| Qualità | Prezzo spot |
| Torniture (E5) | 120-130 |
| Demolizioni (E1/E3) | 130-140/145-155 |
| Frantumato (E40) | 170-175 |
| Lamierino (E8) | 165-175 |
Prezzi espressi in €/ton, compreso trasporto, IVA esclusa.
Intanto, a livello europeo, si gioca una battaglia pesante tra i fornitori francesi e tedeschi e le acciaierie italiane, le quali hanno chiesto riduzioni di 15-20 €/t sul prezzo della materia prima. Il grosso dei contratti non è ancora stato formalizzato. Qualche fornitore estero ha chiuso a -15 €/t ma, secondo le fonti, più il tempo passa più ci si avvicinerà al -20 €/t.