Nel corso di ottobre, sul mercato italiano, i prezzi del rottame hanno subito riduzioni tra i 25 e i 35 € la tonnellata a causa della debolezza delle quotazioni a livello internazionale (iniziata con la discesa dell'iron ore), del doppio incidente di Arvedi, di una somma di problemi tutti italiani (Riva Acciaio a Verona, Lucchini di Piombino, Acciai Speciali Terni e, non ultima, l'Ilva di Taranto) e, in generale, di una minor richiesta da parte delle acciaierie nazionali. Attualmente la priorità dei commercianti di rottame è quella di consegnare per incassare denaro con il quale pagare i propri fornitori. Intanto, secondo quanto emerso dalla convention autunnale del BIR, preoccupa molto, oltre al noto problema dell'eccesso di capacità, la forte presenza cinese all'interno dei mercati siderurgici mondiali, che non potrà non avere conseguenze anche sul panorama europeo.
Le fonti interpellate da SteelOrbis prevedono ulteriori ribassi per il mese di novembre. Prematuro stabilirne l’entità, ma visti i livelli di prezzo già raggiunti si escludono riduzioni superiori ai 20 €/ton. Sempre secondo quanto riferito da operatori locali, certo è che molti produttori continueranno ad acquistare materiale non da contratto ma su listino, modificando di volta in volta i prezzi.
Attualmente le quotazioni del rottame sul mercato italiano si collocano attorno ai seguenti livelli:
Qualità | Prezzo spot |
Torniture (E5) | 215-220 |
Demolizioni (E3) | 230-250 |
Frantumato (E40) | 260 |
Lamierino (E8) | 250-260 |
Prezzi espressi in €/ton, compreso trasporto, IVA esclusa.