Rispetto a marzo, i prezzi del rottame in Italia sono cresciuti in media di 20-25 €/t, grazie soprattutto a una miglior consistenza del portafoglio ordini delle acciaierie, dovuta a sua volta alla ripresa dell’export di tondo verso l’Algeria e alla crescita della domanda proveniente dai centri servizi. L'incremento del tasso di sfruttamento della capacità produttiva si è tradotto in un aumento della domanda di materie prime e, di conseguenza, in un aumento dei prezzi del rottame. A livello internazionale, inoltre, hanno continuato a pesare sui prezzi nazionali della materia prima fattori quali l’aumento dei volumi e dei prezzi del rottame acquistato in Turchia e il rialzo delle quotazioni del minerale di ferro.
Attualmente sul mercato italiano le quotazioni del rottame si collocano attorno ai seguenti livelli:
Qualità | Prezzo spot |
Torniture (E5) | 160 |
Demolizioni (E1/E3) | 200 / 210 |
Frantumato (E40) | 210-220 |
Lamierino (E8) / Lamierino palabile (E8C) | 210 / 220 |
Prezzi espressi in €/ton, compreso trasporto, IVA esclusa.
Gli operatori interpellati da SteelOrbis si chiedono quanto durerà ancora questa situazione. Sotto il profilo dei fondamentali, infatti, non vi sono stati cambiamenti significativi, ma solo un leggero aumento della domanda di prodotti finiti dovuta perlopiù a fattori stagionali.
Sempre secondo fonti vicine a SteelOrbis, per il mese di maggio, salvo fattori straordinari, si potrebbe assistere ad un riassestamento del mercato del rottame, ossia a qualche riduzione di prezzo, quantomeno sulle punte massime.
Nel frattempo, per quanto riguarda i contratti mensili con i fornitori europei, si registrano aumenti di prezzo leggermente superiori a quelli rilevati sul nazionale. In particolare, le offerte in arrivo dalle zone settentrionali di Francia e Germania sono rincarate fino a 40 €/t, mentre quelle provenienti da zone più vicine all’Italia indicano un +25 €/t rispetto a marzo.