Nel corso del 72° meeting dell'OCSE, svoltosi a Parigi, si è discusso del calo della domanda siderurgica mondiale nel 2012, della crescita delle capacità produttive e dei rischi che conseguono da queste dinamiche opposte.
Anthony De Carvalho, segretario OCSE, ha evidenziato il rallentamento del mercato siderurgico globale iniziato nella seconda parte del 2011 e continuato anche nel 2012, che è particolarmente visibile in Europa ed in Asia. Secondo lui, le capacità produttive hanno continuato a crescere, ampliando sempre più il gap tra domanda ed offerta.
Karl Tachelet, esponente di Eurofer, ha però sottolineato che le previsioni parlano di un calo solo lieve per il consumo reale di acciaio nel 2012. Infatti, se la domanda è attesa ad un calo dell'8% nel primo semestre, già nei sei mesi successivi si dovrebbe tornare a vedere il segno positivo.
È intervenuto anche Veysel Yayan, segretario generale dell'associazione dei produttori siderurgici turchi, secondo il quale nonostante la debolezza dei mercati e le restrizioni al commercio internazionale delle materie prime, la forte domanda domestica in Turchia garantisce prospettive di sviluppo per la siderurgia turca, anche grazie ad investimenti in aumento.
Per l'area NAFTA ha parlato Barry Solarz dell'American Iron and Steel Institute (AISI), secondo il quale l'area interessata sta registrando una cresicta lenta e modesta, ma sia la produzione che i tassi di sfruttamento delle capacità installate che la domanda rimagono inferiori ai valori precedenti alla crisi del 2008. In particolare, Solarz ha espresso preoccupazione per l'impennata dei flussi di acciaio provenienti dall'estero nella regione dovuti al rallentamento dell'economia europea ed alla diminuzione dei tassi di crescita della Cina, ma più in generale è l'overcapacity a livello globale a preoccupare.
Un esponente dell'associazione sideurgica latino americana (ALACERO) ha comunicato che anche in quest'area la produzione sta iniziando a crescere a livelli interessanti, anche se l'incremento delle necessità di acciaio è sempre più soddisfatto dall'import piuttosto che dalla produzione interna, il che non ne favorisce la crescita.
Infine, Shigeru Hagiuda della Japan Iron and Steel Federation (JISF) ha comunicato che i problemi finanziari dell'Europa si stanno facendo sentire anche nell'estremo oriente, in quanto il Giappone è un importante partner commerciale della UE. Inoltre, anche in Giappone il mercato dell'acciaio soffre a causa della crescita delle capacità produittive installate a livello globale parallelamente con la stagnazione della domanda nei mercati di esportazione.