Ad un anno di distanza dall'arresto per disastro ambientale, sono tornati in libertà Nicola Riva, ex presidente dell'Ilva e Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento di Taranto. I giudici del tribunale del Riesame di Taranto hanno stabilito che non ci sono più esigenze cautelari e hanno dunque revocato l'obbligo di dimora per Riva e Capogrosso, il quale era sottoposto anche al divieto di espatrio. I giudici hanno recepito la decisione della Cassazione che a marzo scorso bocciò la precedente decisione del Riesame di confermare la misura cautelare a carico dei due imputati.
Nicola Riva, Luigi Capogrosso ed Emilio Riva, patron del gruppo industriale morto lo scorso 29 aprile, erano stati arrestati il 26 luglio 2012 nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Taranto che quel giorno portò anche al sequestro degli impianti dell'area a caldo del siderurgico.
Ad Emilio Riva e a Capogrosso, il 26 novembre 2012, era stata notificata una seconda ordinanza per gli stessi reati, ma con la contestazione anche dell'associazione per delinquere.
I magistrati tarantini hanno confermato che sia Capogrosso che Nicola Riva hanno interrotto l'attività di lavoro per il siderurgico: Riva si è dimesso a luglio 2012 dall'incarico di presidente, Capogrosso ha lasciato lo stabilimento nel settembre dello stesso anno. "È innegabile - scrivono oggi i magistrati tarantini - che il decesso di Emilio Riva non può restare privo di rilievo nel valutare la disponibilità dell'imputato Capogrosso a porre in essere condotte analoghe, giacché, secondo la tesi accusatoria, la stessa disponibilità nasceva dalla fedeltà assoluta dell'imputato alla famiglia Riva ed in particolare al dominus Emilio".