L.M. Laminati Metallici: innovazione, specializzazione e rapporti di fiducia per vincere le sfide globali

venerdì, 24 ottobre 2014 12:33:24 (GMT+3)   |   Brescia
       

Secondo appuntamento con la serie di interviste settimanali in vista del 2° Assofermet Day & SteelOrbis Conference. SteelOrbis ha intervistato il Presidente di L.M. Laminati Metallici, Dott. Antonio Monti, soffermandosi in particolare sul tema dell'internazionalizzazione, che darà il titolo proprio all'evento programmato per il prossimo 21 novembre a Villa Fenaroli (Rezzato, Brescia).

► Dott. Monti, può innanzitutto fornirci una breve presentazione di L.M. Laminati Metallici?

L.M. Laminati Metallici nasce nel 1982 come centro di servizio specializzato nella spianatura e taglio trasversale di coils di banda stagnata in fogli. Nei primi anni Novanta viene acquisita dal Gruppo NEFFAS, storico centro di servizio, presente, fin dagli anni Trenta, sul mercato degli acciai piani. NEFFAS ha progressivamente trasferito e poi concentrato in L.M. il proprio know-how di taglio coils di diverse qualità in nastri di misure molto strette (fino a larghezze di mm 4,00) e bassi spessori (fino a mm 0.12) che oggi rappresenta il nostro core business.

► Quali effetti ha avuto la crisi sulla vostra attività e sulle vostre strategie? La situazione riguarda tutti i prodotti o solo alcuni di essi?

La crisi, oltre agli aspetti negativi comuni e noti a tutti (ritardo negli incassi, richieste di dilazione nei pagamenti, riduzione dei quantitativi medi ordinati da alcuni clienti), nel nostro caso, ha avuto anche alcuni effetti positivi. La crisi ci ha infatti spinti a concentrarci ancora più di prima nel nostro core business individuando nuove nicchie di mercato che non conoscevamo. L'andamento del fatturato e dei risultati economici è infatti cresciuto costantemente dal 2009 ad oggi.
Parlando di prodotti, certamente i fogli hanno subito una flessione rilevante, fortunatamente controbilanciata da un'importante crescita del prodotto nastro.

► Quali sono i vostri principali mercati di riferimento? Geograficamente parlando, quali i più difficili?

I nostri acquisti di coils sono rivolti sia alle acciaierie europee, con le quali abbiamo rapporti commerciali diretti e consolidati, sia verso le acciaierie di tutti gli altri continenti.
Per quanto riguarda le vendite, beneficiamo di una vocazione all'esportazione che ha origine negli anni Ottanta quando la nostra capogruppo NEFFAS iniziò a sviluppare il mercato estero. Oggi le vendite estere (UE ed extra-UE) hanno superato il 50% del nostro fatturato. Indubbiamente anche questa è una conseguenza della crisi economica che ha investito tutte le economie Occidentali, ma in particolar modo l'Italia, che negli ultimi quattro anni ha subito una drastica deindustrializzazione.
I mercati esteri più difficili sono quelli del Nord Africa e del Medio Oriente, perché oltre alla nota burocrazia, l'incertezza politica e sociale degli ultimi anni ha complicato molto la situazione. I mercati più lontani, come Nord e Sud America oppure il Far East, sono potenzialmente molto interessanti e meno complicati, ma purtroppo i costi di trasporto limitano troppo la nostra competitività.

► Cosa vi richiedono prevalentemente i mercati esteri?

Il rispetto delle tempistiche di fornitura abbinato ad una estrema flessibilità nei piani della produzione, la qualità totale del prodotto fornito, prezzi molto competitivi, imballaggi sofisticati, personalizzati e sicuri.

► Oltre al prezzo, secondo lei quali sono le leve con cui occorre posizionarsi nei mercati esteri?

Bisogna offrire ai clienti esteri alcuni servizi aggiuntivi, come ad esempio il conto deposito presso lo stabilimento del cliente stesso.

► Cosa consiglierebbe a un imprenditore per affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione?

Per prima cosa consiglierei di non illudersi che il sistema economico italiano possa, nel breve periodo, essere rivoluzionato, semplificato ed alleggerito, come tutti noi imprenditori auspichiamo. Purtroppo la realtà dei fatti dimostra che questa via è lunga e impervia e quindi non può essere la soluzione subito disponibile per fronteggiare la competizione globale.
In generale è consigliabile aprirsi all’estero con una presenza commerciale e produttiva direttamente nei mercati di sbocco. Nel nostro settore però il trasferimento degli impianti di produzione è poco raccomandabile perché molto costoso e rischioso.
È mia convinzione, comunque, che le leve per vincere le sfide globali siano le stesse che hanno guidato e guidano tuttora le nostre tre generazioni negli ottant'anni di attività nel settore della lavorazione e commercio dell'acciaio: l'innovazione continua, la capacità di differenziarci e specializzarci seppur in un settore così maturo e "affollato" e, soprattutto, la ricerca di un rapporto di fiducia reciproca con i fornitori, i clienti ed i collaboratori.


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